U.S.A. Rocky Mountains

Giugno 2013

Yellowstone NPU.S.A Rocky Mountains

Dai verdissimi scenari del Montana e del Wyoming fino agli spettacolari paesaggi rocciosi dello Utah, due estremi in pochi giorni, oltre 3.000 chilometri per vivere la magia dello sconfinato Yellowstone, con i suoi geyser, i canyon, le cascate e l'incredibile varietà della fauna, passando per le imponenti montagne del Grand Teton che si specchiano nei laghi, per il poco visitato Capitol Reef, tutto da esplorare, dalla magica Monument Valley per respirare l’aria dell’autentico Western, fino ad arrivare agli infuocati e spettacolari parchi di Arches e Canyonlands. Gli States colpiscono sempre senza mai deludere! 

Data di Partenza : 20 Giugno 2013 - durata: 14 giorni

Volo Delta su Bozeman - auto a noleggio - pernottamento lodge e motel - volo Delta da Atlanta

Stati: Montana, Idaho, Utah, Arizona, Colorado, Georgia

Difficoltà organizzativa e di viaggio: medio-facile

Yellewstone, Grand Teton, Capitol Reef, Monument Valley, Arches, Canyonland, Montagne Rocciose

VEDI LE FOTO IN SLIDESHOW

Yellowstone, Grand Teton

C.Reef, Monum.Valley, Moab

DIARIO DI VIAGGIO 

               

 

Giovedi 20 Giugno:  Malpensa - Bozeman

  

Gli States non deludono mai…a questo punto è una certezza!

La nostra terza avventura nel West inizia stavolta molto a nord, dal verde e sconfinato stato del Montana, dove atterriamo in serata dopo un lungo volo Delta di tre scali, prima New York, poi Salt Lake City, per arrivare finalmente a Bozeman, la nostra porta d’ingresso per Yellowstone, un parco a lungo desiderato e che, da domani, avremo la possibilità di esplorare in lungo ed in largo per i prossimi tre giorni. Innegabile che il principale motivo di questo viaggio si basa sul parco più famoso degli Stati Uniti, questa meraviglia geologica che mi incuriosisce da anni, ma che è sempre rimasta fuori dai precedenti circuiti vista la posizione geografica, molto fuori mano rispetto ai classici parchi dell’ovest.

L’aeroporto di Bozeman è una favola: tutto in legno, con un grande camino nel terminal, sembra assomigliare più ad uno chalet di montagna che ad uno scalo. Al ritiro bagagli manca un trolley all’appello ma, poco male, è il bagaglio che ci servirà più avanti, quando proseguiremo per le Isole Vergini. Ritiriamo la nostra auto, una fiammante Ford Thaurus super accessoriata e raggiungiamo, in pochi minuti, l’hotel Fairfield Inn Bozeman (voto 8,5).

venerdi 21 Giugno:  Yellowstone NP

  

Il fuso orario colpisce e all’alba siamo già svegli. La mattina ci regala una vista mozzafiato sulle montagne circostanti, incastonate in una valle verdissima, illuminate da un bel sole. Classica colazione da motel americano, semplice ma abbondante, e partenza alla volta di Yellowstone che da qui dista circa un’ora e mezza di strada. È uno parchi naturali più famosi del mondo ed una delle caldere vulcaniche più impressionanti; il parco si estende su un altopiano ad un’altitudine compresa tra i 2.100 ed i 2.700 metri e comprende la più vasta zona di geyser attivi del mondo, oltre a fumarole, sorgenti calde e canyon impressionanti. Nel parco è facile incontrare anche l’abbondante fauna quali bisonti, alci, cervi, antilopi ed i più schivi orsi e grizzly.

L’autostrada lascia spazio alla statale ed in breve, tra scenari incantevoli, raggiungiamo l’ingresso nord del parco, nel Wyoming; 20 usd ad auto per sette giorni, incluso Grand Teton, credo sia il miglior rapporto qualità prezzo dell’universo.

Dopo pochi minuti, la prima attrazione di Yellowstone: le Mammoth Hot Springs. Questa è l’unica parte del parco un po’ deludente: le cascate pietrificate sono sicuramente bellissime ma occupano una superficie molto limitata. La maggior parte della zona è piuttosto secca, forse la stagione estiva non è la migliore, da questo punto di vista. Insomma, le Mammoth Hot Springs che ho avuto modo di vedere non reggono il paragone con Pamukkale in Turchia, anche se il paesaggio che ci circonda è fantastico, tra vallate sconfinate e alte cime montuose ancora imbiancate. La temperatura è piuttosto fresca, il cielo coperto da nuvole da cui ogni tanto fa capolino il sole. Percorriamo a piedi tutto il loop che si snoda tra passerelle sospese, quindi facciamo un picnic in un’area attrezzata, a pochi metri di distanza da decine di elk che brucano indisturbati nei campi.

  

Nel pomeriggio procediamo lungo la strada di montagna che passa da Tower-Roosevelt fino ad arrivare al Canyon Village. Proseguiamo tra laghi incastonati nel verde e fitte pinete fino alla Tower Fall, bella cascata che si getta in un piccolo canyon, quindi saliamo fino al passo più alto del parco, a fianco del monte Washburn, dove ci sorprende una velocissima quanto insolita nevicata di fine giugno. Questa è la zona del parco dove è più facile avvistare gli orsi: non passa molto ed ecco una fila di auto bloccare la strada…forse è il momento giusto! Scendiamo dall’auto e guardiamo più in basso, verso la vallata, ed ecco il nostro primo avvistamento di un grosso grizzly che passeggia solitario tra gli alberi. Fantastico!!

Iniziamo la discesa verso Canyon Village ma è un continuo fermarsi, con i  veicoli che bloccano la strada per via di alcuni ipotetici avvistamenti: a volte sono solo falsi allarmi ma presto vediamo, di sfuggita, altri due orsi tra cui un cucciolo. Arriviamo al Canyon Lodge dove ci fermeremo per due notti: è il classico lodge dei parchi americani, sistemazioni semplici ma posizione unica (voto 6 la struttura, 10 la posizione).

Yellowstone ci sta conquistando sempre di più e pensare che le principali attrazioni le dobbiamo ancora scoprire!

Prima di cena bussano alla nostra camera: è la nostra valigia che la Delta ci ha recapitato fino a qui dall’aeroporto di Bozeman, ottima compagnia!  Cena al ristorante del Canyon Lodge (buffet di insalate e burgers € 46).

sabato 22 Giugno 2013: Yellowstone NP

  

La notte al Canyon è davvero gelida e la stufa ha funzionato ininterrottamente. Anche oggi sveglia all’alba, il ristorante del lodge è ancora chiuso e, visto il cielo splendido senza nuvole, ne approfittiamo per andare subito a dare una veloce occhiata al vicino Grand Canyon, con il silenzio del mattino e prima che arrivino tutti i turisti. L’auto è ricoperta da un dito di ghiaccio; lungo la breve strada incontriamo tre splendidi esemplari di cervi ed i primi bisonti. Arriviamo a Grand View Point ed il colpo d’occhio che ci viene offerto è di quelli da togliere il fiato: avrò visto centinaia di foto del canyon prima della partenza, ma nulla è paragonabile a ciò che ti aspetta dal vivo. La maestosità e la bellezza del luogo è semplicemente indescrivibile, con l’impetuosa Lower Fall che si getta con tutta la sua potenza nel sottostante Yellowstone River, che nel corso dei millenni ha scavato una stretta gola multicolore che sembra la porta dell’inferno. Andiamo a fare colazione al lodge (buffet € 14), quindi ritorniamo subito al Canyon per fermarci in tutti i punti panoramici che si affacciano sul Grand Canyon, ad iniziare da Insipiration Point (il meno suggestivo) fino ad arrivare a Brink of Upper Falls, sospesi sul precipizio della cascata superiore. Attraversiamo in auto lo Yellowstone River per raggiungere il South Rim, dove iniziamo il sentiero Uncle Tom’s, che porta fino ai piedi della Lower Fall seguendo 328 scalini. La vista è davvero mozzafiato e consiglio vivamente di percorrere questo trail, anche se il ritorno in salita si fa sentire, visto che siamo ad oltre 2.500 s.l.m. Proseguiamo ancora in auto fino ad Artist Point, forse il punto più spettacolare tra i vari view point. Il tempo sta cambiando velocemente, il cielo si copre completamente di nuvole e fa freddo.

  

Lasciamo il Canyon e proseguiamo verso il Norris Basin, per un primo assaggio della potenza geotermica di Yellowstone. Qui ci sono due loop da percorrere a piedi, molto piacevoli, scendiamo prima in quello di destra che offre uno splendido paesaggio vulcanico del Porcelain Basin, tra fumarole e pozze di fango, dopo di che torniamo verso il Visitor Center e percorriamo il trail più lungo che passa dallo Steamboat Gyeser, considerato il più grande geyser del mondo ma con eruzione imprevedibili e per varie suggestive pool. Consiglio di visitare Norris Basin come antipasto prima della zona più famosa dei gyeser, sicuramente più spettacolare.

Rientriamo al lodge e si scatena un bel diluvio, fortunatamente abbiamo terminato il nostro programma. Il Canyon Lodge è un po’ deludente dal punto di vista gastronomico: il ristorante propone solo costosi burgers ed un buffet di insalate, il self service piatti decisamente poco invitanti.

  

Dopo cena (2 burgers e 1 buffet di insalate € 27) percorriamo la vicina e decisamente suggestiva Hayden Valley, che al tramonto offre una delle migliori possibilità per avvistare la fauna: il cielo è spettacolare e la vallata ci regala un paesaggio davvero rilassante, con una verdissima pianura attraversata dallo Yellowstone River, dove enormi branchi di bisonti brucano indisturbati. Proprio un paio di capricciosi bisonti bloccano la strada al ritorno, camminando per una buona mezz’ora al centro della carreggiata…tutti in fila, qui comandano loro!

domenica 23 Giugno 2013: Yellowstone NP-Grand Teton

  

Oggi al risveglio siamo immersi in una fitta nebbia che si dissolve velocemente, regalandoci una splendida e tiepida giornata di sole. Lasciamo definitivamente il Canyon Lodge e partiamo in direzione della zona sud del parco, quella con i famosi Gyeser. Le tre zone principali si dividono in Lower, Midway e Upper Basin, dove si trova il famoso Old Faithful Gyeser, il Vecchio Fedele, il più regolare tra tutti i gyeser di Yellowstone con eruzioni ogni 90 minuti circa.

Attraversiamo l’ennesima vallata incantevole costeggiata dal Gibbon River fino ad arrivare al Lower Basin, dove percorriamo un breve loop tra le fumarole gigantesche del Fountain Paint Pot. La seconda tappa è presso Midway, dove si trova la famosa Grand Prismatic Pool: purtroppo il contrasto tra il calore dell’acqua e l’aria frizzante crea un gigantesco vapore, che lascia solo intravedere gli incredibili colori delle sorgenti. Decidiamo quindi di salire al punto panoramico nel pomeriggio, quando l’aria si scalda ed il vapore dovrebbe diminuire.

  

Prossima tappa il famoso Upper Basin. Una considerazione su Yellowstone: avevo letto che una delle principali seccature del parco sono i troppi visitatori. Devo però constatare che, nonostante il grande afflusso di turisti, gli unici momenti di confusione sono in prossimità dei parcheggi ed in caso di avvistamenti di fauna, quando le strade si bloccano. Le varie attrazioni del parco si visitano invece in tutta tranquillità: unico consiglio, visitate l’Upper Basin non dopo le undici, visto che questa è la zona più frequentata del parco.

Appena parcheggiata l’auto capiamo che l’Old Faithful è pronto ad eruttare, infatti dopo pochi minuti ecco che il Vecchio Fedele ci delizia con un alto getto di vapore. Percorriamo a piedi il loop che da qui raggiunge il Grand Geyser, attraversando numerosi gyeser minori ed incantevoli sorgenti. Ed ecco il gran colpo di fortuna: il gigante del parco, la cui eruzione avviene ogni 10-12 ore circa, dovrebbe essere in procinto di esplodere, visto che i ranger hanno indicato una previsione che va dalle 9 alle 13. Sono le 11.30 e decidiamo di attendere, comodamente seduti in trepida attesa. Dopo meno di un’ora ecco che l’acqua comincia a ribollire ed improvvisamente ci regala uno spettacolo mozzafiato: una sinfonia d’acqua che si innalza nel cielo per oltre 50 metri e prosegue per quasi 10 minuti, come se fosse una fontana computerizzata…è davvero un momento magico ed uno degli spettacoli più intensi che la natura è capace di offrirci. Al Visitor Center troverete un pannello con gli orari previsti delle eruzioni dei principali geyser.

Dopo una veloce sosta a Black Sand Basin, nulla di nuovo, ritorniamo in prossimità della Grand Prismatic per imboccare il sentiero che conduce sulla collina alle spalle della grande pool: da qui si può ammirare una splendida veduta sulla Grand Prismatic, con le sue colorazioni da fantascienza.

  

Sono ormai le 3 del pomeriggio ed è giunto il momento di abbondare Yellowstone, un parco che mi resterà nel cuore per tutta la vita. Usciamo dalla South Entrance e dopo pochi chilometri siamo già nel parco successivo, il Grand Teton, che visiteremo nei prossimi due giorni. Ma già la vista grandiosa che ci regala il Jackson Lake, con le imponenti cime dei Teton innevate che svettano alle sue spalle, è un ottimo biglietto da visita.

Dopo una lunga ed appagante giornata arriviamo a Jackson Hole, elegante e gradevole località sciistica in stile western. Hotel Painted Buffalo Inn (voto 9) e cena messicana al El Abuelito (voto 9 – € 40 in tre).

lunedì 24 Giugno 2013: Grand Teton

  

Giornata al Grand Teton NP, caratterizzato da una fila di cime di granito punteggiate da ghiacciai, che si innalzano improvvisamente fino a 4197 metri da una estesa pianura dove scorre lo Snake River, alimentando numerosi laghi glaciali. Il cielo è parzialmente nuvoloso ma con tendenza a soleggiato, la temperatura è fresca. La prima sosta è presso il caratteristico barn (fienile in legno) con sfondo dei Teton, rappresentato nelle classiche cartoline del parco. Il momento migliore per fotografare è la mattina, quando il sole illumina le cime. Proseguiamo per il Jenny Lake dove inizia il trek più famoso: per mezzo di un battello (usd 12 a/r) si attraversa il lago per raggiungere la sponda opposta, dove inizia il sentiero. La salita è molto piacevole e si snoda lungo una fitta pineta, fino a raggiungere le belle Hidden Falls.

  

Si continua a salire con bei panorami sulle cime innevate fino ad Inspiration Point, con vista mozzafiato sul lago Jenny e su tutta la vallata. (totale circa 1 ora e mezza a/r). La giornata è diventata bellissima, con cielo blu e temperatura gradevole. Tornati al parcheggio proseguiamo fino al bivio per Signal Hill, fermandoci ai vari viewpoint, prima di salire fino alla cima di Signal Hill seguendo la strada tortuosa. Bella vista ma non imperdibile. Per finire raggiungiamo la parte nord del parco fino a Colter Bay, prima di rientrare a Jackson per un po’ di relax in piscina. Tutte le sere alle 18, a Jackson si svolge una simpatica sparatoria nei pressi del parco cittadino, se viaggiate con bambini non perdetevela. La via principale è una sfilata di locali western e negozi, dove l’articolo principale sono i classici cappelli da cowboys (che prezzi !!!).  Per cena torniamo al nostro mexicano El Abuelito (carne ottima, prezzi onesti, € 42 in tre).

martedì 25 Giugno 2013: Grand Teton-Salt Lake City

  

La mattina torniamo al Grand Teton per percorrere il Taggart Lake Trail, un piacevolissimo sentiero che forma un loop che si completa in un’ora e mezza circa, ai piedi dei Teton, attraversando dapprima una pineta, per poi aprirsi in corrispondenza del lago ed attraversare poi dei bei campi fioriti. Lungo il sentiero non incontriamo praticamente nessuno e la camminata è davvero piacevole.  Ripresa l’auto salutiamo il Grand Teton per iniziare il lungo trasferimento verso Salt Lake CIty, salendo prima al Teton Pass ed attraversando poi le fertili vallate dell’Idaho, seguendo una strada incredibilmente panoramica e rilassante. Percorriamo gli oltre 500 chilometri in poco più di 5 ore e ci sistemiamo presso il Crystal Inn Hotel (voto 9). Per la cena avevo prenotato in anticipo al ristorante brasiliano Tucanos (voto 9), dove gustiamo un ottimo rodizio oltre agli antipasti a buffet, al modico prezzo di usd 21 oltre a bevande e servizio. A Salt Lake, cittadina interessante e circondata da un bel paesaggio montano, ci si sposta gratuitamente (solo nel centro cittadino) con i moderni tram.

mercoledì 26 Giugno 2013: Salt Lake City-Capitol Reef

  

Mattinata dedicata alla visita della città: partiamo dal cuore di Salt Lake che è rappresentato da Temple Square, il tempio dei Mormoni che viene considerato il centro dell'universo della religione. Un simpatico signore conosciuto in tram, attirato dal nostro italiano, ci accompagna all’interno del Joseph Smith Memorial Building, dove lavora: qui ci indica di salire al 10° piano per ammirare una vista straordinaria sulla piazza e sulla Chiesa.

Gli italiani sono sempre ben accolti negli States, ogni persona con cui si ha l’occasione di scambiare un paio di parole, pare abbia sempre un parente in Italia oppure ci racconta del suo viaggio nel nostro Paese...per fortuna la reputazione dei nostri politici qui non ci ha ancora rovinato!

Parte del Tempio si può visitare con una visita guidata gratuita, grazie alle guide multilingue che si trovano nei chioschi all’ingresso, che vi illustreranno le principali particolarità del credo mormone oltre ad accompagnarvi durante la visita al Tabernacolo, famoso per l’acustica perfetta. Proseguiamo a piedi per le ripide strade cittadine, sotto al sole cocente ed una temperatura che comincia a diventare molto calda, fino al Capitol Building, imponente edificio simile al Campidoglio al quale si può accedere liberamente e curiosare nell’immenso ed elegante atrio, dove si trovano le camere dei deputati e dei senatori. Nelle vicinanze visitiamo il Pioneer Memorial Museum (ingresso gratuito), che raccoglie un insieme di infinite cianfrusaglie appartenute ai pionieri, che si portavano a spasso per l’America con le lunghe carovane; alcune si possono ancora osservare nel piano inferiore.

  

Nel pomeriggio partiamo alla volta del Capitol Reef, il verde paesaggio montano che ci ha accompagnato in questi giorni lascia improvvisamente il posto al selvaggio west, caratterizzato dalle aspre catene montuose rossastre e frastagliate, attraversate dalle lunghe e rettilinee strade deserte che hanno da sempre rappresentato il sogno americano di tutti i viaggiatori. 

Sistemazione a Torrey presso il Best Western Capitol Reef (voto 8,5), in posizione magica con vista sulle montagne del parco. Relax in piscina e cena al vicino ristorante messicano La Cueva (voto 8, € 45 in tre).

giovedì 27 Giugno 2013: Capitol Reef

  

Giornata dedicata alla visita del parco ed un po’ di relax dalla guida e dai numerosi chilometri percorsi fino ad oggi.

Il parco si sviluppa seguendo la Waterpocket Fold, una piega della crosta terrestre che ha formato profondi canyon e rocce multicolori. Decidiamo di percorrere subito, con temperature ancora relativamente fresche, l’hike più impegnativo del parco, quello che sale al Hickman Bridge; a sorpresa troviamo però il sentiero chiuso per pericolo di frane.

Sbollita la delusione, procediamo verso l’hike successivo, quello che si incunea nel Grand Wash, una profonda fenditura che crea una suggestiva gola all’interno delle montagne del Capitol Reef. Procediamo su fondo ghiaioso fino al punto più stretto del canyon, che ricorda vagamente il Kings Canyon australiano, almeno nei colori delle rocce e nelle pareti verticali.

  

Tappa successiva è la zona di Fruita, una zona piacevolmente ombreggiata dove si trovano i frutteti del parco, un ottimo punto per un picnic, magari raccogliendo qualche albicocca direttamente dalle piante. Ultima sosta a Goosenecks, un bel punto panoramico su un profondo e frastagliato canyon.

In realtà mezza giornata sarebbe stata sufficiente per visitare il Capitol Reef, ma un pomeriggio di relax non guasta affatto. Per cena andiamo al pessimo RV Park Thousand Lakes (€ 55 in tre), l’unica vera fregatura del viaggio. Il sito pubblicizza bisteccazze alla griglia accompagnate da un all-you-can-eat di verdure, in un ambiente western. L’ambiente western mi ricorda la festa dell’Unità, la mia bisteccazza di bufalo è in realtà un semplice hamburger, gli antipasti sono una ciottola di insalata…per un totale di 25 usd! State alla larga…

 

venerdì 28 giugno 2013: Capitol Reef-Monument Valley

  

La giornata di oggi prevede un lungo trasferimento verso il sud dello Utah, percorrendo una delle più panoramiche strade dello stato, la Scenic Byways 95, un continuo susseguirsi di viste spettacolari tanto che ci si dovrebbe fermare a fotografare ogni miglio! Oltrepassiamo il punto in cui il Colorado River forma l’inizio del Glen Canyon, quindi iniziamo a scendere verso l’Arizona seguendo i tornanti sterrati della Moki Dugway: l’aria diventa sempre più afosa tanto da formare uno strano cielo grigio ed una fastidiosa foschia: qui la chiamano “smoke”…fumo! Purtroppo questo limita molto il panorama, tanto che, raggiunto il Muley Point, non riusciamo nemmeno a vedere il fondovalle. Imbocchiamo la strada panoramica sterrata della Valley of the Gods, che costeggia imponenti formazioni di arenaria simili a quelli presenti nella Monument Valley, purtroppo anche qui la vista è fortemente ridotta per via della foschia. Al termine raggiungiamo il nostro camping nelle vicinanze della Monument Valley, il Goulding's Camp Park, dove abbiamo prenotato uno chalet di legno (voto 6 per la struttura, 9 per la posizione).

  

Decidiamo di attendere il tardo pomeriggio per la visitare la Monument Valley, sperando che la visibilità migliori, ed infatti verso le 16,00 il cielo diventa un po’ più limpido. Raggiungiamo il Visitor Center ed imbocchiamo la strada panoramica sterrata (usd 5 a persona) che percorre un giro circolare della Monument. Il primo tratto che scende verso il loop è veramente disastrato e con un’auto normale si rischia davvero di fare danni. Forse il fondo viene lasciato così per disincentivare la visita con il proprio mezzo ed aggregarsi alle visite guidate con i furgoni 4x4, sta di fatto che questo toglie un po’ di fascino al parco.

Raggiunto il fondovalle la strada diventa migliore e più sabbiosa: percorriamo l’intero loop che offre viste mozzafiato sul più classico dei paesaggi da film western, costituito da imponenti “mesa”, rocce di tufo ed arenaria che emergono dal plateau fino a raggiungere i 600 metri di altezza.

  

Ci fermiamo nei vari punti panoramici che riportano i fantasiosi nomi inventati dai Navayo: John Ford’s Point, Camel Butte, Totem Pole, ecc. Uno de punti più fotogenici resta comunque la comoda terrazza dell’elegante resort, senza dover affrontare la terribile discesa! Alla fine per completare il giro, tra soste e velocità massima di 10 miglia (ma anche meno), si impiegano non meno di due ore.

Per cena ci fermiamo al ristorante del Goulding's Lodge, credevo in un conto più salato invece mangiamo ottimamente a prezzi decisamente buoni (€ 55 in tre, incluso buffet di zuppe e verdure), con una vista fantastica sulla Monument Valley.

sabato 29 giugno 2013: Monument Valley-Arches

  

Lasciamo la Monument Valley in direzione Moab - Colorado dove contiamo di arrivare in un orario decente per evitare il gran caldo. Una lunga coda causa lavori stradali ci rallenta non poco e facciamo il nostro ingresso ad Arches NP verso mezzogiorno, quando la temperatura sfiora già i 40 gradi.

Arches NP è senza dubbio uno dei parchi più affascinanti degli States: si trova in un’area prevalentemente desertica, seppur circondata da montagne, ed è frutto dell’azione erosiva degli agenti atmosferici, che hanno creato un paesaggio fiabesco fatto di 1.700 archi scolpiti nella roccia, affiancati da bizzarri pinnacoli e guglie sparse.

Percorriamo la strada del parco fermandoci nei punti più spettacolari e percorrendo alcuni brevi trail che conducono ai vari archi: Park Avenue è un bellissimo belvedere a pochi metri dal parcheggio, un breve loop gira attorno alla Balance Rock, una bizzarra roccia in precario equilibrio in cima ad un pinnacolo. Un po’ più lunga (1 km e mezzo), ma non impegnativa se non per il gran caldo, è il sentiero che collega Windows e Turret Arch.

  

Decidiamo di lasciare Double Arch per il giorno successivo e di raggiungere il punto panoramico sul Delicate Arch, l’arco più famoso del parco. Siamo stati indecisi fino alla fine se percorrere o meno il lungo trail fino all’arco (5 km in totale), ma il gran caldo ci ha convinto a rinunciare.

Abbiamo perciò raggiunto il meno faticoso punto panoramico che, con una breve salita, conduce ad una terrazza rocciosa di fronte all’arco, che resta comunque piuttosto lontano e per fare foto decenti occorre un potente zoom. Il pomeriggio è veramente troppo caldo, la colonnina supera i 42 gradi, lasciamo il resto del parco per una mattina successiva e decidiamo di buttarci nella piscina del nostro hotel (Aarchway Inn, voto 9). Cena in una classica tavola calda americana, al Moab Dinner (voto 8, € 36 in tre).

domenica 30 Giugno 2013: Canyonlands

  

Partiamo presto per andare a visitare Canyonlands NP, che raggiungiamo quando la biglietteria è ancora chiusa. In questo caso si depositano i 10 dollari nell’apposito box. Prima tappa Grand View Point dove percorriamo il sentiero (3,2 km a/r) che costeggia tutto il canyon, con viste mozzafiato sul sottostante Colorado Plateau, solcato dai fiumi Green e Colorado. Il nome Island in the Sky non poteva essere più azzeccato, sembra davvero di essere sospesi nel cielo. La scelta di percorrere subito questo sentiero si è rilevata corretta, infatti la temperatura è ancora gradevole ed il sole in posizione perfetta per fotografare, mentre nelle tappe successive (Mesa Arch e Dead Point) conviene attendere almeno mezzogiorno per non avere il sole di fronte.

  

Proseguiamo lungo le strade del parco fino a Upheaval Dome, dove un breve sentiero raggiunge un punto panoramico su un enorme e misterioso cratere multicolore, Green River Overlook, un’altra bella vista sul plateau e Mesa Arch, bellissima finestra panoramica naturale attraverso un arco di roccia. Lasciamo Canyonlands ed imbocchiamo la deviazione per il Dead Horse Point (10 usd), spettacolare vista su una grande ansa del Colorado che forma un ferro di cavallo.  

Rientriamo a Moab quando ormai la temperatura dell’aria si è infuocata. Ottima cena al Fiesta Mexicana, un locale davvero caratteristico dove sembra davvero di essere in Messico (voto 9, € 55 in tre).

lunedì 1 Luglio 2013: Arches-Colorado National Monument

  

Questa mattina torniamo ad Arches N.P. seguendo la strada fino a Devils Garden, in fondo al parco, dove inizia il trail per il Landscape (circa 3 km a/r). Consiglio vivamente di non perdere questa bella e facile camminata, da fare rigorosamente al mattino per avere la luce migliore, tra splendide cupole rocciose color salmone e vari archi spettacolari. Infine saliamo fino ai grandiosi Double Arch, due enormi archi che quasi si intrecciano, un altro breve trail che considero imperdibile. Arches ci ha lasciato veramente uno splendido ricordo e non ha deluso le aspettative iniziali.

  

Proseguiamo lungo le strade del Colorado fino alla periferia di Grand Junction, dove deviamo per il vicino Colorado National Monument. La stretta strada si inerpica sulle montagne offrendo splendide vedute sulla sottostante vallata, fino a raggiungere il cuore di un profondo e spettacolare canyon sovrastato da montagne in granito. Pernottamento al Quality Inn Grand Junction (voto 8), cena al vicino Apple Bee's (voto 8,5, € 43).

martedi 2 Luglio 2013: Colorado-Denver  

  

Il nostro ultimo giorno negli States (prima di un breve stop over ad Atlanta dopo le Isole Vergini) prevede una lunga tappa verso Denver, attraversando le splendide Rocky Mountains ed i suoi eleganti ski-resort. L’autostrada sfiora quota 3.000 metri. Ci fermiamo per una breve sosta nella mondana Vail, nota ed impeccabile località sciistica, quindi facciamo una breve deviazione verso il Loveland Pass, a ben 11.990 ft di altitudine (3.655 metri), con immancabile foto di rito immersi nella neve.

  

Scendiamo dalle Montagne Rocciose fino ad arrivare a Denver, dove parcheggiamo a pochi passi dalla 16th Street Mall, una strada pedonale lunga 1 miglio tra caffè all’aperto e negozi e percorsa da mezzi pubblici gratuiti. Non distante si trova lo State Capitol, il Campidoglio che ospita la General Assembly e gli uffici del governatore.

Raggiunto l’aeroporto di Denver rilasciamo l’auto e con la navetta dell’hotel, ci trasferiamo al Days Inn Airport (voto 8). Cena al vicino Vinny's Grill (voto 8, € 51 in tre).

Un unico consiglio: le strade dei parchi sono stupende e regalano viste panoramiche infinite ma, a mio modo di vedere, la bellezza dei parchi americani va scoperta anche percorrendo alcuni dei numerosi trail disponibili: prendetevi tempo a sufficienza per ogni parco e cercate di staccare il più possibile le mani dal volante della vostra auto. La bellezza degli States, con la sua inimitabile natura selvaggia e l’immenso senso di infinito, vi conquisterà per sempre!

non deludono mai…a questo punto è una certezza!

 

PROGRAMMA DI VIAGGIO

Bozeman

Volo per Bozeman via N.Y e Salt Lake City, arrivo in serata e pernottamento

Yellowstone NP

Partenza per lo Yellowstone. È una delle più celebri riserve naturali del mondo così come una delle caldere vulcaniche più importanti. Yellowstone si estende su un altopiano a un’altitudine di 2.100-2.400 m, circondato da alte montagne. Oltre al famoso geyser Old Faithful (vecchio fedele) sono oltre 10.000 i fenomeni geotermici presenti nel parco, tra geyser, fumarole e sorgenti calde. Il parco da rifugio ad alci, bisonti, cervi, antilopi, orsi bruni, grizzly, leoni di montagna e lupi e comprende numerosi laghi di montagna, fiumi e torrenti e un canyon di grande bellezza. Si inizia dalla  parte nord del parco con le Mammoth Hot Springs.

Yellowstone NP

Intera giornata alla scoperta del parco. Visita della parte centrale con il Grand Canyon, le cascate, Norris Geyser Basin e la Hyden Valley.

Jackson

Ultime visite a Yellowstone con la zona dei geyser e partenza per il Grand Teton Np

Jackson

Visita del Grand Teton Np, superbe cime di granito del colore dell’acciaio emergono improvvisamente dalla pianura per raggiungere i 2.400 m, nevai e ghiacciai appaiono in distanza come verticali; laghi glaciali ne adornano le basi, sono i laghi Jackson, Jenny, Leigh. Antilopi, bisonti e cervi pascolano nella pianura.

Salt Lake City

Mattinata con escursioni nel Gran Teton, nel pomeriggio si raggiunge la città di Salt Lake

Capitol Reef

Visita di Salt Lake City, nel pomeriggio partenza per Capitol Reef

Capitol Reef

Visita del Capitol Reef NP. Il parco preserva per ben 160 km di lunghezza il Waterpocket Fold, una piega della crosta terrestre, con sedimenti di magnifici colori, che corre lungo il tortuoso fiume Fremont sotto alte rupi di arenaria note agli indiani Paiute come l’Arcobaleno Assopito.

Monument Valley

Si viaggia lungo una delle strade panoramiche più spettacolari dell'ovest che attraversa un lungo tratto dello Utah con i suoi parchi selvaggi, come il Glen Canyon, Natural Bridge, Moki Dugway, Muley Point, fino a percorrere la suggestiva Monument Valley. Qui si ammirano gli enormi “camini” di arenaria, tufo, calcare alti fino a 610 m. Queste montagne, appartenenti al grande plateau del Colorado, erano in epoca remota i fondali dell’oceano che con pazienza il vento, le piogge, il ghiaccio hanno eroso e scolpito in un paesaggio magico.

Moab

Ultime visite alla Monument Valley e partenza per Moab percorrendo la  I-163 Scenic Byway passando per il territorio navajo, con sosta a Goosenecks SP. Arrivo a Moab, cittadina al centro di due parchi: il primo che si visita è Arches. È una delle più belle sorprese che offre l’altopiano del Colorado. Quest’area desertica contiene straordinari processi erosivi sotto forma di 1.700 archi e volte scolpite nella roccia color salmone, nonché guglie e pinnacoli in precario equilibrio. Trekking fino al Delicate Arch.

Moab

Giornata al parco Canyonlands. Un paesaggio di grandiosa bellezza: rocce, guglie e mesas dominano il cuore del Colorado Plateau solcato dai canyon creati dai fiumi Green e Colorado. Qua e là antiche rovine indiane punteggiano il paesaggio. La località più sorprendente è senz’altro Dead Horse Point, a circa 1.830 m di altezza, dove si ammira una grande ansa del Colorado a forma di ferro di cavallo. Bellissima anche la Island in the Sky, una sorta di grande triangolo dove convergono il Colorado e il suo affluente Green

Grand Junction

Trail fino al Landscape arch nell'Arches N.P, quindi partenza per Grand Junction e visita del Colorado National Monument.

Denver

Partenza per Glenwood Springs e sosta alle piscine termali. Nel pomeriggio partenza per Denver e visita della città.

Atlanta

Riento negli States ad Atlanta.

Volo

Giornata ad Altanta, in serata volo per l'Italia